Test di Turing
Il Test di Turing è un criterio, introdotto da Turing nell'articolo Computing machinery and intelligence apparso nel 1950, per determinare se una macchina sia in grado di pensare.
Il test consiste in un gioco, noto come gioco dell'imitazione, a tre partecipanti: un uomo, A, una donna, B, e una terza persona C.
C è separato dagli altri due e tramite una serie di domande deve stabilire qual è l'uomo e quale la donna. Dal canto loro anche A e B hanno dei compiti: A deve ingannare C e portarlo a fare un'identificazione errata, mentre B deve aiutarlo.
Per non avere alcun indizio(calligrafia, voce), le risposte alle domande di C sono dattiloscritte.
Cosa succede se una macchina prende il posto di A?
Se C non si accorge di nulla, allora la macchina dev'essere considerata intelligente perché -in questa situazione- è stata in grado di comportarsi come un uomo.
Per macchina intelligente Turing ne intende una in grado di pensare. Ma cos'è poi il pensiero se non una concatenazione di idee e la capacità di esprimerle? Per Turing, quindi, tutto si limita alla produzione di espressioni non prive di significato.
Nel suo articolo si legge: secondo la forma più estrema di questa (?) opinione, il solo modo per cui si potrebbe essere sicuri che una macchina pensa è quello di essere la macchina stessa e sentire se stessi pensare. [...] Allo stesso modo, la sola via per sapere che un uomo pensa è quello di essere quell'uomo in particolare. [...] Probabilmente A crederà "A pensa, mentre B no", mentre per B è l'esatto opposto "B pensa, ma A no". Invece di discutere in continuazione su questo punto, è normale attenersi alla educata condizione che ognuno pensi.
Le macchine di Turing sono macchine a stati discreti in grado di simulare altre macchine a stati discreti. Una macchina per sostenere il test dev'essere programmata considerando la descrizione di un uomo in termini discreti (stati interni, segnali, simboli).
Dalla complessità del software, si legge tra le righe dell'articolo, emergeranno le funzioni intellettuali.
Su questa aspettativa si fonda una disciplina nota come intelligenza artificiale il cui scopo è la costruzione di una macchina in grado di riprodurre le funzioni cognitive umane.
Sebbene le previsioni di Turing fossero che entro il 2000 sarebbe stata realizzata una macchina intelligente, finora nessuna ha passato il test.
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